giovedì 18 dicembre 2014

ADDIO, NEGOZIETTI...

Non posso fare a meno di provare una stretta al cuore quando vedo chiudere, uno dopo l'altro, i negozietti di quartiere: mercerie dove trovavi i bottoni spaiati, alimentari che ti porgevano la fetta di mortadella per un assaggio, macellai che ti davano consigli su come cuocere l'arrosto... E' un piccolo mondo affettuoso che sta scomparendo, mentre avanza - come un panzer supertecnologico e spietato - la GRANDE DISTRIBUZIONE, con i megastore che ti frastornano con la loro musica a palla, le abbondanze nauseanti da paese di bengodi, e dove giri come una trottola per un'ora prima di trovare il gambo di sedano che ti mancava. Un'ode pantagruelica al consumismo e all'obesità di massa.

Gli anziani che non hanno l'auto si trovano a malpartito, privati di questi negozietti di prossimità che soddisfano i loro bisogni sobri. I vecchi (ma sì, chiamiamoli con il loro nome, senza ipocrisie lessicali!) rifuggono - vuoi per motivi economici, vuoi per motivi legati all'età - all'imperante orgia del TROPPO che ci travolge... Loro cercano il piccolo, l'appartato, l'umano. E hanno ragione. 

Voglio quindi innalzare un'elegia piena di tristezza e nostalgia per questa ecatombe silenziosa e rivolgere a noi tutti un "consiglio per gli acquisti": se abbiamo un negozietto cui siamo affezionati, non abbandoniamolo al suo destino, aiutiamolo a stare in piedi preferendolo quando possibile all'ipermercato. 


Basterebbe forse questa piccola volizione da consumatori ancora dotati di libertà di scelta (e di testa) per salvare tante piccole realtà di quartiere, che ancora resistono.


Buon (e sobrio) Natale a tutti !