martedì 13 agosto 2013

LA MODA DEI TESCHI, METAFORA DEL PRESENTE

All'inizio ha prestato una fuggevole attenzione di retrocranio. Alla decima visione di un teschio su una maglietta esposta in un negozio molto trendy, ho pensato: ma che succede??? Poi, ho cominciato a farci caso: i teschi erano dappertutto. Sui gioielli, sui vestiti, sui cappelli, sulle scarpe, di ogni foggia e colore, ma tutti ugualmente incongrui, minacciosi e macabri. Ma che razza di moda è questa? E perché mai una persona di buon senso e buon gusto dovrebbe mettersi addosso un simbolo così tetro? Ho pensato che l'ingiustamente osannato artista Damien Hirst, con le sue opere tra il furbastro e il catacombale che annoverano anche teschi rivestiti di diamanti e squali imbalsamati, potrebbe aver sdoganato questa ennesima trovata di pessimo gusto. Ma forse la verità sta da un'altra parte: vista l'ecatombe di donne morte ammazzate, anche quest'anno, il teschio vuole semplicemente rappresentare un terribile e beffardo monito per noi tutte.
Ma francamente non ci trovo nulla da ridere. E tantomeno da comprare.

venerdì 9 agosto 2013

L'ITALIA CHE FUNZIONA : CARGLASS

Metto subito in chiaro che questo NON è uno spot: non percepisco alcun beneficio, palese o occulto, dal parlare bene di un'azienda. Ma ciò che mi interessa, una volta tanto, è mettere in luce qualcosa (ente, privato o pubblico, servizio, etc) che funziona nel nostro disastrato Paese.
Scenario : tangenziale milanese in un torrido pomeriggio d'agosto, auto e TIR incolonnati, guidatori smadonnanti, gran casino pre-ferie.
Prologo : durante una delle poche fasi di andatura normale, tra una coda e l'altra, un forte botto sul parabrezza e un paio di "stelline" testimoniano l'urto di qualche sasso, sparato da chissachi. Mi fermo e vedo con preoccupazione che dalle "stelline" il taglio si allunga velocissimamente e fende il parabrezza ormai quasi completamente. Accidenti, penso, è quasi ferragosto, chi mai potrà risolvere il problema?? Chiuso per ferie ormai quasi dappertutto, alla faccia della crisi. Penso che devo partire tra 48 ore e la faccenda mi pare di difficile soluzione. Smanetto freneticamente sull'Iphone partendo dalla formula "sostituzione parabrezza" e mi appare Carglass, con relativo numero verde. Sono quasi le 19 e il mio pessimismo da constatazione (dovuto cioè a mille esperienze negative precedenti) mi dice che sarà dura trovare qualcuno che mi aiuti. Invece, al secondo squillo, risponde Arturo, che con voce rassicurante mi fa domande semplici e chiare, aiutandomi a trovare le informazioni che servono e che io, pasticciona e disinteressata come sono all'argomento, non conosco. Tipo: "il suo tergicristallo è automatico?"... Panico. "E chi lo sa", rispondo rassegnata al mio destino. Ma lui no, lui mi dà le dritte per capirlo e scopro così, dopo 2 anni dall'acquisto e 60.000 km, che sì, la mia auto ha il tergicristallo automatico. Da questo momento, rinfrancata dall'assistenza amorevole di Arturo, tutta la faccenda è in discesa. Fissa un appuntamento con il punto Carglass più comodo per me, mi manda un sms di conferma. Credo di sognare. Il mattino dopo, puntualissimi, in due ore (come promesso) sostituiscono il parabrezza acciaccato, sorridenti come fossimo in India ed efficienti come fossimo in Svizzera. Dentro di me cova ancora la diffidenza della perenne fregata: "Vedrai che sarà un casino con l'assicurazione...", penso. Macché. Fanno loro anche quello: niente moduli, niente denuncia, niente di niente. Una meraviglia. Vorrei baciarli uno ad uno. Ed è in segno di riconoscenza che scrivo questo post: ragazzi, in Italia c'è ancora qualcosa che funziona. E se c'è, vuol dire che la speranza di vivere finalmente in un Paese normale non è morta. Per questo, benedetta sia Carglass e i suoi uomini, ovunque essi siano.