"DICA, DUCA" E I SALUTI SBAGLIATI
Milano, e in generale la Lombardia, non hanno fama di gran simpatia... Basta farsi un giro in metrò, certe mattine d'inverno: musi lunghi, facce ostili, grinte da paura, saluti o sorrisi guardati con sospetto. Ma le artefici principali di questa nomea non proprio invitante sono le commesse, anche e soprattutto quelle del "quadrilatero della moda", quelle che ti fanno la Tac visiva quando entri per capire se sei una pezzente capitata per caso nel tempio del made in Italy e che infallibilmente ti apostrofano con un arcigno: "Dica", a muso duro, con l'aria di chi ti manderebbe volentieri a quel paese. DICAAA???!!!??? Eh no, carina: tu per prima cosa mi devi salutare, poi devi pronunciare un civilissimo e doveroso: "Mi dica pure, Signora", seguito da un bel sorriso di accoglienza. Hai mai pensato, commessa screanzata, che il tuo stipendio non te lo paga lo stilista di grido, ma i clienti che ti permetti di svillaneggiare? E poi, andiamo, anche se il fidanzato ieri sera ti ha fatto incazzare, stamattina la pioggia ha rovinato il lavoro del tuo parrucchiere o ti è arrivata l'ennesima multa, IO CHE C'ENTRO? A questo genere di personaggi, provate a rispondere con l'esilarante e surreale dialogo di "Totò lascia o raddoppia".. Non ve lo ricordate? Eccolo qui: "Dica, Duca" "No, dica, duca lo dico io. Lei dica duca e io dico dica" "Allora io dico duca" "E io dico dica" "Duca..." "Dica". L'effetto spiazzante è garantito. La commessa vi guarderà come un alieno sbarcato sul bancone con la sua astronave. Forse chiamerà la Neuro. Ma vuoi mettere, che soddisfazione! E poi, forse, con il tempo, dai e dai, anche questo indisponente incipit scomparirà.
Altro capitolo dei "saluti sbagliati" è riservato a quelli che - credendo di fare i fighi o gli originali - rispondono al buongiorno o buonasera con l'irritante "Salve". Ma che, siamo nell'antica Roma? Allora, piuttosto, rispondimi con un bell' "Ave", di gran lunga più gradevole! Anche qui, spiazzateli: al "salve", rispondete pronti "regina"... Per chi di voi non frequenta, sappiate che si tratta della formula che si recita all'inizio e alla fine del rosario. Un po' démodé, ma efficace. Vedrete, smetteranno.
Alla prossima!
giovedì 4 febbraio 2010
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Ciao Gabriella, buon lavoro e buon blog
RispondiEliminaClaudia
Oltre alla maleducazione sono nell'aria altri sottili mutamenti.
RispondiElimina"Puntare al servizio" era quello che mi insegnavano quando facevo i corsi marketing, nel secolo scorso.
Recentemente, facendo benzina alle porte di Pavia, ho fatto verificare la pressione delle gomme. Intanto che controllavano le gomme controllavo un piccolo cartello fissato davanti a me, all’altezza delle mie ginocchia (quindi all’altezza di un bimbo di 3 mesi).
C’era scritto CONTROLLO PNEUMATICI € 2.
Io, che avevo già pronto il mio solito euro, ho prontamente tirato fuori il secondo, lievemente indispettita: € 2 diviso 1.5 minuti = € 80 all’ora! da quando una mancia viene imposta?
Chi ha cominciato? Forse gli inglesi, quei taccagni. Ricordo che tanti anni fa a Londra, nei magazzini Harrods, andare alla toilette, tipicamente inglese -piastrelle fiorite, specchi dorati, “olezzo” di violette ed altro- costava 3 sterline. Questo succedeva quando per noi la sterlina era una mazzata: fare la pipì era, in termini di costi, come andare al cinema in Italia. Bravo Al Fayed: un modo nuovo di puntare al servizio.
Prossimamente: volete un sorriso? € 1!
Un abbraccio
marta